Io, raccoglitrice di simboli,
mi scrivo addosso.

sabato 5 novembre 2011

Io non ballo, mi arrabbio.
Non scrivo, ma vomito un pianto.
Io non canto, urlo e impreco.
Non disegno, taglio trasformo e incido.
Mi vivo.

venerdì 4 novembre 2011



.La forza creativa sta nel sapersi accomodare sulla monotonia.


Udire la suoneria di un cellulare e girarsi di scatto a guardare tra i rami.
Contemplare un lampione cadente e patire la sindrome di Stendal.
Allungare un braccio verso uno scaffale alto del discount, in aiuto di una vecchietta, e sentirsi scendere un calore nel cuore.  ( Talvolta, la ricezione di un sorriso può scatenare una corsa a farsi sorella francescana).
Fantasia è mangiare gallette di riso fino alla penultima cena, sentendosi soddisfatti e buongustai.
Fare di un wc il proprio confessore.
Precipitarsi all'angolo delle macchinette, e incontrare San Pietro.
Trascinarsi fino in stanza e incontrare l'Arcangelo Michele allo specchio.
Fare jogging per arrivare a tavola.
Raccontare di un suicidio, scartando baci perugina.
Fantasia è guardarsi i polsi e intravedere un arcobaleno.
Abbracciarsi e poi baciare un cuscino.
Prendere a pugni il cuscino.
Sovrascriversi parole sulle braccia come (ap)-punti di sutura.
Fare di mille morsi, un bacio.

Osservare il cielo dal mare,
senza il bisogno di capire mai se si è
mare o cielo.


Non tutti i formicai sono onesti. Che siano brave danzatrici o accenti mascherati, mai a tema.
Tuttavia, l'immaginazione ha il potere di portarci lontano. Di farci nutrire a vita, di sole gallette, ad esempio. Ininterrotte masticanze per non imprecare all'Arte. Cosa di cui pentirsi in prossima perdizione.