Io, raccoglitrice di simboli,
mi scrivo addosso.

venerdì 14 dicembre 2012

Non mi era mai accaduto niente di simile. Niente di così potente..... Non un anno splendido, come questo mio 2012.... Io che sono qui. Io che continuo ad amare, e a farlo veramente, pure senza musica, nonostante tutto. Io che col mio amore vinco su tutto.
E' incredibile.
Non posso non credere in Dio.
Specie dopo le innumerevoli "coincidenze"..........

giovedì 22 novembre 2012




...Assentarsi dalla postazione, per andare a ballare giusto un attimino, nei bagni sul retro... per poi tornare veloce in reception... ?
...e tanto siamo sempre e solo io e te... quindi lo puoi fare.. nessuno ci vede, e cosa vuoi che ti dica?
Non ho ancora incontrato altri colleghi, ballare davanti al lavandino.

...Autorizzare la fuoriuscita di una pulsione creativa, svincolarla da condizioni mentali, permetterne dunque l'impeto spontaneo... un pò come fare l'amore. 
L'intensità di un'estasi, tutta in un attimo, un boato, uno squarcio... e subito dopo sentirsi come sventrati, svuotati, lentissimi quasi fermi, e magri.

Motivo per cui non mi inizio mai. 

sabato 17 novembre 2012






Il mio problema è che non ho interesse che sia terreno.



Ballare nel buio e sorridere perchè sai che c'è.


Di recente, ho avuto il piacere di conoscere una donnetta, dalla frangetta corta, che s'è cresciuta sola, senza gli ingredienti. 
Si creò dal nulla. Dal vuoto che lo stesso sangue faceva. Mangiava illusioni di giorno e di notte, per reggersi in piedi. 
Con le sue mani creava mondi, nel mentre che sotto ai polpastrelli scivolavano pareti. S'alzava dal letto giusto a seguire quel perimetro, che dalla morte faceva con gli occhi. A tratti, la carta da parati lasciava spazi vuoti, o pezzi ingialliti. 
Tanti soprammobili a punta per decoro. 
Contemplava da seduta, l'incorruttibile verità del buio.
Intervenne da una pagina bianca, e sempre tacita. 

Si formarono per primi gli occhi e il cuore. Poi, le lacrime arcobaleno, che non smisero mai. 

Nacque da una ricetta di nuvole e mare, scritta con un dito tinto nell'acqua.
Dal sapore neutro. Che sazia quanto il canto di un gabbiano. Croccante fuori e morbida dentro. Dal profumo uguale ad una mattina di luce.
Restai con me.
Per la paura che mi fece, restai con me.
Scelsi la comodità del vizio e la sua tristezza allegata, proprio quando dentro al sogno c'ero già. 
Ne fui sommersa, dalla mia stessa indomabile grandezza.
Vezzosa come una gran panna montata, non mangiata per tempo. Veloce a far pluff.



Fui fatta di rabbia, e di dolore ne ho fatto Arte.



Decisi che era arrivato il momento per tutte le cose belle. Che d'ora in avanti: UNA VITA, la mia, e tutta all'indietro.
La ruota di una bambina dentro una bambina: Il mio avvio al mondo. 

Decisi che era ora, nonostante il rumore di uno scarto e uno sgranocchio. 
C'è che non ha più scuse. Che non dovrebbe neppure impegnarsi, a scrivere di una sofferenza che non merita attenzione. C'è che sei semplice dell'abitudine.

E allora mi sforzo di ricordare... 

Sforzati, e impegnati di perdere le piccole bellezze della vita, e scoprirai l'atrocità di un pentimento.



Decisi che è ora.
Che esisto per il risveglio. Che esisto e lotto segreta, per difendere l'infanzia e la follìa. Che scrivo per ricordarvi il motivo genuino della vostra esistenza: giocare.
Giocate. Divertitevi. 
Amate.



giovedì 18 ottobre 2012




Giro e girotondo, giro e girotondo. Ora qui, ora là, mi serve uno spazio per cadere. Einaudi, mi bevo, amo ancora un pò e poi vado a sognare. 
"Come trascorri il tuo tempo libero?"

E giro girotondo. Spingo i mobili e tutti gli oggetti intorno. La finestra non la chiudo più. E giro girotondo. Divento assuefatta di me stessa. Da quella cosa che il mio corpo autoproduce. E parlo a me, punto un piede, poi rido e rido ancora mentre giro, in pigiama, pervasa da una gioia celeste. 
"Come trascorri il tuo tempo libero?"

E giro, giro sempre. Metto la gonnella di mamma e mi gonfio sul fondo. Mi piace. Mi sfoglio al contrario. Dal finale alla prefazione. Strizzo gli occhi nel buio. Una manata all'auto parcheggiata, poi l'allarme e io ballo sotto casa. Mi nascondo, e corro a riprendermi. 
"Come trascorri il tuo tempo libero?"

Mi rimprovero e mi accolgo. Assaggio e mi detesto. Di tanto in tanto faccio il bucato e spolvero. M'abbraccio e sento troppo. 
Senza dire niente, entro dentro gli occhi di tutti. Per mera contemplazione. Passeggio un poco e in punta di piedi torno da me. Vi giro intorno. Porgo l'altra guancia ed è subito calda.
"Come trascorri il tuo tempo libero?"

Conteggio. Peso. Sminuzzo. Digiuno. Euforizzo. Piango. Mi piego. Siedo. Mi stendo. Un bagno di luce o di ombra e poi di nuovo...
Giro e girotondo e...

giovedì 11 ottobre 2012





Ciao.
Una nuvola va via.
Ciao e mi trasformi in Luce.
Ciao e dimentico me.
Ciao e non so più la fame.
Ciao
e ingrasso nell'Anima.




Portami un pò della tua penna, e ti darò un abbraccio.

martedì 9 ottobre 2012

Dovessi descrivere la mia vita coi titoli di un film, direi che è un mix tra Lèon, Cuore Sacro, Hook, Ragazze interrotte e Il favoloso mondo di Amelie. :)
(le cazzate delle 23.40. non riesco a dormire.....)

venerdì 5 ottobre 2012

giovedì 4 ottobre 2012

Libero un pianto, mentre ascolto delfini e gabbiani cantare su youtube, e non so perchè.
Forse perchè ricordano al mio cuore un'appartenenza. Non lo so.  
So solo che mi fa morire ogni volta, accorgermi di sentire la natura sempre più lontana.
A chi importa sapere che tutte le notti, prima di stendermi, sistemo per bene una sedia sul fianco destro del letto? La posiziono proprio in fronte alla mia faccia. Nei pressi del mio bacino. Obliqua sui seni. E prima di spegnere la luce, mi assicuro di averla messa dritta a me... in modo che il mio angelo possa restare comodo, pure stanotte.
Una buona notte ai luminosamente disperati. A quelli che camminano tra le vie del centro, stringendo sempre in tasca, una rosa di spilli, per mero esercizio.

lunedì 1 ottobre 2012

Ora so che ho trovato la mia casa.
Elevata di gioia piango, 
di pari occhi a una luna liberata.

Non ho sede che nei cuori.


Una e più vertigini,

perchè io piccola e inesperta, davanti a indescrivibile e maestosa Bellezza.

Non guaritemi.

Se questa la chiamate Follìa,
ebbene io, voglio esserlo per sempre.

La mia casa, il tuo cuore.






venerdì 28 settembre 2012

Precisazione:
sia ben chiaro che alcuni incomprensibili post di cui sotto, sono stati scritti sotto effetto di forti ipnotici. Preferisco tenere tutto, senza fare troppe distinzioni, perchè ogni piccola cosa, e pure l'invisibile, ha la sua ragione d'esistere. Sarebbe troppo comodo prendere nota della beltà soltanto.

mercoledì 19 settembre 2012

Qua dentro posso essere libera di piangermi quanto comodo mi fa. E' mio. Questo spazio nero è mio, e di nessun altro. 
Continuo a rimandarmi nella mente rimproveri per essere cresciuta. 
Non ti lascio.
Non ancora.
Un tonfo.

































Poi un altro.



                     Ed ancora.





Cade,
senza far rumore.

mercoledì 12 settembre 2012

Ci sono cose che non posso non segnare



 "...e tanti tanti auguri per i tuoi progetti!"



.. ho sentito formarsi una specie di mucosa nello stomaco, in risposta.
"Ah, si! grazie.. certo... i miei progetti!" .

                                                      (Cioè? Quello di ammazzarmi dici? )

lunedì 10 settembre 2012

Meraviglioso

Si. è meraviglioso. Scrivere per curiosità sotto l'effetto di un ipnotico che prendo raramente.

Pianissimo, te lo dico pianissimo.... 
il mio piccolo ciao
Mammina, mia.

Ma è cosi tanto meravigliosa che devo alzare il volume per farle gridare fortissimo che lei ama fortissimo.... che lei ama...


Meraviglioso.
Una citazione di Riccardo per ricordare la canzone di Moduglno

Schiudere gli occhi. Alza nel letto obesa, alzarsi e camminare leggera.
 non avere niente, e trovarsi un sole personale nella stanza vuota.

La persona che più di tutte 
Me stessa.
In vita mia, non ho mai incontrato una persona più cattiva di me.
Bisogna odiarsi profondamente per arrivare a farsi male tanto quanto me ne sono fatta io.

non riescxo piu a strare ferma scusate... sta iniziando a fare effetto il faemaco ma a me viene voflia di ballare pianissimo e poi fortissimo la meravigliosità dell amore.
Quello che c'è ma non per me.

i vermi devo scrviere deiu vermi. e che ttanot non elggera mai nessuno.
mi concentro.
bisogna essere tanto ma tanto bastarde per arrivare a farsi tanto male

lunedì 20 agosto 2012

Non posso credere di averlo appena fatto, e di stare quasi per mettere un punto fermo a chiudere. Oramai è giusto questione di tempo. Ore?
Tremo, ma resto lucida nella mia organizzazione mentale suicida.
Ho appena finito di sottoscrivere a penna un testo, con tanto di firme, codice fiscale e carta d'identità allegati...  col quale autorizzo il mio promotore finanziario di fiducia a devolvere tutti i miei risparmi alle persone citate, non appena mi sarò ammazzata. Ho messo tutto in busta chiusa. Ho scritto il suo nome per destinazione e l'ho riposta nel cassetto insieme alle altre buste da fare avere alla segretaria del primo piano, che provvederà a redistribuirle.
Dunque, è cosa seria.
Se non è oggi, sicuro domani. Che mi finisco, intendo.
Se c'è una cosa che trovo buffa di tutta questa faccenda è il fatto che io scrivi del mio suicidio esattamente sotto il naso dei promotori per cui lavoro. Giusto una scrivania a dividerci. Basta un'attenzione in più e vengo scoperta.
Voglio essere scoperta? No. Non lo so. Non ci penso. Non m'interessa.
Altra cosa buffa è che il mio promotore di fiducia, è una delle persone per cui lavoro.








Ho.smesso.di.incuriosirmi.












SI, STO BENE.

Sono caduta. 
Non parlo più. Recito con assenza e con facile meccanicità un SI, STO BENE in faccia a chiunque abbia la disgrazia di sbattersi sul mio cadavere, ma in realtà sono caduta.
Sono caduta da una sedia. Da un'altezza minima, spiego.
Me, con tutto il peso del cielo ora fatto in cocci.
Le ossa ho rotte. Non sono mai stata unita e adesso meno che mai.
Ogni giorno lascio un addio. 
Ogni mattina un miracolo si alza e cammina.
Non mi sforzo nella poesia, sono una raccolta di lacrime scritte sull'anima.
Ho paura di ammazzarmi, però lo voglio fare. Ho paura di restare in vita con qualche intoppo in più. Ho paura che di là non ci sia niente. Ho paura di sentire dolore. Ho paura. 
Per questo scrivo. Solo per questo. Un pò come se questo foglio fosse lo specchio cui io sono solita parlare, piangere o ridere, nella mia stanza. Per farmi coraggio, circa.
Ripetitiva, e che mi frega?
Tanto sto per morire e non mi affanno a fingermi un'altra.
Per me è proprio finita.
Non è perchè ti sono indifferente che mi voglio ammazzare. Non è perchè non vengo ricambiata dal tuo amore.
Non per lui, soltanto. Ma per una collezione simultanea di disgrazie.
Io ragazzi ci ho provato davvero a rifarmi una vita. Non ci sono riuscita. Non ci sto riuscendo. Sono impigliata in una rete. Sto annegando dentro me stessa.
Passo a comprare un paio di scatole di ipnotico più tardi...
Mi rendo conto delle cagate che sto scrivendo.. ma sono totalmente esausta. Non mi interessano le ricerche.
E non 'importa neppure di quello che pensate.
Tanto qualunque cosa non è mai buona. 
Ho fatto il grave errore di parlare dei miei dolori e dei miei problemi a troppa gente. Ho fatto il grave errore di sperare.
Sono pentita.

mercoledì 15 agosto 2012

Vi prego, cari angeli del sole, ditemi che da adesso, da questo istante, da ora in avanti, tutto cambia e migliora. Ditemi che è tutto finito. Che non soffrirò più questo mio stato letargico. E che mi accorgerò di quella luce che muove anche me.
Sono stanca.
15 agosto 2012.

Uguale a tutti gli altri giorni feriali, e alle festività che ho passato. Uguale al weekend che verrà.
Cioè sola.
Fisso il vuoto, come sempre.
Un pò dal letto e un pò dalla sedia.
Sto qui.
Non faccio niente. Non m'impegno neppure a scrivere le idee di poco fa.
Sono sola. Fisso il vuoto e non faccio niente.
Sono sola. Fisso il vuoto e non faccio niente.
Non mi investo in niente perchè qualsiasi cosa che io faccia mi sembra del tutto vuota, inutile e priva di senso.
Torno a letto.

venerdì 10 agosto 2012

Ieri ho avuto molta paura. Conoscendomi, se fossi tornata a casa, dopo il lavoro, mi sarei ubriacata e poi uccisa, dato che in casa non ci sarebbe stato nessuno a trattenermi dal farlo. Ero terrorizzata. Non ho molti amici. Quei pochi che ho sono quasi sempre presi da faccende altre. Ho preso il telefono e ho chiamato il primo nome a caso, per non ammazzarmi: "Ascolta, non posso assolutamente tornare a casa. Sto troppo male. Sto venendo da te in negozio. Andiamo a ubriacarci insieme?"
"Va bene, vieni pure."
Ho strisciato alla cieca dal pirellone fino in porta venezia.
Ero persa di testa.
"Ma smettila!! sei piena di uomini. Sei una bella ragazza. Hai un buon lavoro, no? Di cosa ti lamenti?".
"Sei una bella ragazza. Guarda che gnocca sei diventata! guardati! ma ti sei vista? sei troppo bella. Ah! da quando hai ripreso a mangiare.... sei proprio diventata bella! dovresti mettere ancora su qualche chilo. Si! Sei bella. E hai dei bei capelli. E hai tanti uomini che ti fanno la corte. Hai un buon lavoro."

Andiamo avanti cosi all'infinito?

Non c'ho un cazzo da raccontare. Non so se cancellerò questo e quel che ho scritto ieri. Non mi curo neppure di eventuali errori di battitura. Non me ne fotte niente di niente.
Respiro appena.
Siamo andati nel locale vicino al negozio. Non mi sono ubriacata. Penso che nessuna cosa per me abbia alcun senso. Ubriacarmi oppure no: nessuna differenza. Se mi fossi ubriacata sarei stata un peso per loro, e solo per questo ho scelto di non farlo. 
Il dolore c'è pure oggi. E sono solo le 9.15. Non ho modo di sfuggire alla strozzante solitudine, ci sono seduta sopra. Se mi alzo, perdo la casa.
C'è da dire che C. mi ha fatto notare una cosa che avevo ignorato: sarò pure squilibrata e con mille ingarbugli psichici, fatto sta che sul luogo di lavoro sono capace di dare il 1000 %, e riesco eccellentemente a mantenere stabile un equilibrio professionale. Elegantemente buffona. Servizievole. Amorevole. Dinamica. Professionale. Precisa. Non mi faccio sfuggire niente mai. Non manco mai di niente. Non sgarro un colpo. Non posso negare che per la mia efficienza, il mio impegno e per la mia amorevole dedizione, mi rimangono levate di cappello e inchini da ricevere.

giovedì 9 agosto 2012

MORIRE ALLA PAGINA 27.
  
Schock familiare. Clackson per attirare l'attenzione. Calma e gentile. Pericolo attraversamento pedoni. Legami affettivi profondi e il continuo colpevolizzarsi. "Respiri pure, il gas è filtrato!" Dobbiamo tutti lottare. Gesti universali. "Emozionata?" ragazzine a ridere. Il suo stato è critico. Raccolte principali."Vai a casa?" ..e lo baciammo sulle labbra. Ti sento lontanissimo, lo so che vivi nel sottobosco. In che terra diversa viveva lei! Capacità schizofrenica: cedi sempre il posto alla vita. "Tutto questo non ha senso!" dissi. "Ah! fece Gerda con una risata a denti stretti. Avevo perso e lo sapevo. Sonata solistica da camera: fuga come paradigma formale del barocco. Il secondo esercizio supplementare è il distacco: pensate alla vostra infanzia, le radici di un musical. Raccogliere un certo numero di arie, unirle al proprio copione e confezionare in questo modo uno spettacolo totalmente nuovo. Se vi trovate in panne, sdoppiano i punti di vista, nessun lieto fine, ed è ancora un'alternanza di recitato e cantato: così è venuto al mondo l'assurdo. Questa coscienza spirituale viene chiamata mente intuitiva. Procuratevi da bere, e fingete di essere una diva. Tenere un bicchiere in mano aiuta. E camminate con passo brioso, come se sapeste dove andare... vale a dire in giro per la stanza. "Di che colore hai detto che erano, oltre al nero?" E' molto rara la simbiosi. Ha saputo trovare la connessione, e non si può dire che fosse improvvisazione. La reazione di massima difesa? IL FREDDO. La dottrina venne ulteriormente sviluppata da numerosi filosofi, quando il Tao divenne Uno. 

Disdetta,

            si estingue.
Fineco riflessa al contrario sui vetri di un pulmino pieno di giapponesi.
Chissà tutte le altre vite come si espongono alla realtà?
Continuo a dubitare di definizione da manuale psichiatrico con tono accusatorio.
Perchè non esiste un dottore del cuore?

Io non sono innamorata.
Debbo ripetermi che mi sto facendo vittima dell'ennesima ossessione. Lo sappiamo tutte quante.

No.
Questo è veramente troppo.
Troppo per le mie orecchie.
Tutta questa tenerezza diffusa e manifestata da una gola all'orecchio di un bambino.
E poi ci sono io, con tutti i miei ricordi.

(oltretutto non finge un disinteresse verso di me. E' per davvero concentrato sul suo lavoro. Lo so perchè lo sento parlare sottovoce tra sè e sè. Quando fa così è perchè è preso dal lavoro.Quindi... è evidente che non gliene fotte una benemerita minchia di me, che non prova niente, e che sta semplicemente vivendo la sua vita di sempre, senza di me. Voglio dire.. non sta soffrendo come credevo... e se lo fosse non sarà certo per me). Che invidia per questo cinismo salutare.
Voglio un cinismo salutare.

Sai una cosa Barbara?
non hai habitat. 
Non sarai mai. Esisti giusto perchè ti è stato dato un nome. Perchè vieni nominata. Ma chi dice Barbara a voce alta, non sa di chiamare il vuoto. Non sa di dire niente. 
Una chiamata uguale ad un inutile soffio o uno starnuto.
Morire a 27 anni.
Mi fa un pò specie. E' brutto. Finire una storia a 27 anni. 
Cosa ne è stato di me in tutto questo frattempo? 
Cerco una scrittura più minuta, ma non c'è.
Mi sto sentendo un pezzo di carta pieno di scarabocchi.
Sto scoprendo l'ipotesi di un rimedio all'ansia: la scrittura. Penso che potrei scrivere qui dentro, tutto quello che vorrei da mesi dirti e raccontarti di me.
E poi mi ripeto che neppure esisti, se non nella mia testa.
Ok. Sono le 15. Diciamo pure che mi sono un filino calmata. Giusto un filino. Noto di non essere ancora in grado di mantenere viva una conversazione senza tremare e mandare il cervello dove dio solo sa. Certo quel senso di insoddisfazione con soffocante tristezza correlata, permane. Ehmbè. Quella c'è sempre. Mi domando ogni minuto, se mai riuscirò a liberarmi dal grande peso che sono.
Lui è calmo.
Se ne sta seduto tranquillamente a farsi le sue cose davanti al pc. Mi sono alzata da sta sedia di colpo, senza pensarci troppo, perchè è in mio dovere da receptionist avvisarlo del fatto che l'altra promotrice che dovrebbe lavorare in presidio con noi due non mi risponde alla mail. Probabilmente (spero) non ci sarà. Di conseguenza lui non può lasciarmi da sola prima dell'ora di chiusura. Gli ho domandato come facciamo,  e poi sono tornata qui. Conversazione filo - tremante da parte mia. Cerco di fare la donna io, sopra questi due tacchi e in tailleur. In realtà mi sento morire dentro. Lenta. Per ogni secondo che scivola indietro, un pezzo di me muore. A poco, a poco. Mi parlava con voce calmissima. Usa un atteggiamento studiato a farmi capire "scusa ma stamU
Basta.
Io non posso più sopportare tutto il grande peso quale sono io con la mia vita in conseguenza. E mi viene da ridere perchè so che nessuno, tra conoscenti ed estranei mi caga su questo diario. Boh. Vabbhè... io scrivo lo stesso. Senza troppa ricerca nelle parole perchè io sono esausta. Basta. Oggi, non appena esco da lavoro... corro dritta verso casa, a trovare il modo di ammazzarmi senza agoniare troppo, dopo aver pianto liberamente. 
(Per fortuna che c'è Gin, la mia coinquilina tanto dolce e materna. Quasi dimenticavo!)
Non ce la faccio più di sta depressione, ste voci, ste personalità, sta solitudine, questo senso del vuoto, la frustrazione, il senso di inferiorità, i ricordi tristi, le prigioni del passato, la bulimia, l'anoressia, la dipendenza affettiva e tutte le altre ossessioni e questo e quello.
Basta.
Sono arrivata tanto in fondo con la mia tristezza d'aver trovato l'acqua.
Ci sto annegando dentro. Ne sono sommersa.
Mi sento sotto il mondo. Oltre il tutto. 
Non è per te Angelo che mi ammazzo questa sera. Non è per te che io mi voglio ammazzare.
E se penso che sei a due passi da me, ora. Se penso che potresti alzarti da quella sedia, da un momento all'altro, e giungere davanti a questo schermo e ai miei occhi tristi impossibili da tener segreti, in un batter di ciglio. Non è per te Angelo.
Non è per te.
E' per tutta una serie di cose.
(no, le lacrime ora no).
Non credo di essere innamorata di te. Eppure non riesco a guardarti negli occhi, perchè vedo tutto il mio fallimento e la mia frustrazione. Mi ricordi questo di me. Il nulla che sono. Vedo mancanze. Rimproveri a me. 
Vorrei per esempio chiederti come fai ad essere capace di così tanto cinismo? non invidio la tua freddezza, affatto. Forse la tua resistenza al dolore, non lo so. Scappi anche tu e si vede. Siamo due coglioni, credimi. Te lo posso provare.
So bene che hai sofferto tanto nella tua vita, e che un certo mancato calore, ti ha stretto il cuore... ma potresti cambiare le cose con una semplice apertura del cuore. 
Noto qui l'insorgenza della mia incoscia attitudine all'ipercontrollo, la manipolazione, la dedizione al prossimo, per scampare a me stessa. Boh io scrivo cose a caso per intrattenermi. Che svolazzano nella mia testa. E continuo... Non mi riferisco all'amore tra un uomo e una donna. Mi riferisco nello specifico al fatto di cessare questa chiusura nei confronti di tutti gli umani. Ma diciamocelo francamente... che forse a te degli altri non te ne fotte un cazzo. Che un po malinconico lo sarai pure... ma depresso forse no. Non lo so. Non ci sto capendo piu niente. Non lo so. 
La tua stronzaggine nei miei confronti non ha giustificazioni. Poteva nascere una bell'amicizia. So che lo volevi anche tu. Non è successo perchè hai preferito far fede a dei cazzutissimi equivoci. Ecco cosa. 
E si. E vista la mia ansia... è ben meglio restar lontani ora. Non possiamo co-esistere.
Se solo non fossi così tanto ansiosa d'avere capogiri, verrei da te a levarmi di questi pesi, che forse non ti riguardano nemmeno un poco.
Non riesco a tenermi in equilibrio. Mi gira la testa. E..
e non lo so.
Scrivo cose caso per non pensare a te... ma mi sento cretina e basta. 
Sono un grande disastro della natura. L'errore più grave che mia madre abbia mai commesso.
Si, sono il tuo errore e non smetterò mai di pensarlo. 
Non esiste medicina che possa farmi salva da certi malanni cronicizzati, nel cuore.
E' impossibile. impossibile. impossibile.

...il mio stato d'animo è quello di una che se ci fosse un letto, mi sbrigherei a voltarmi tutta, di nuca e di schiena, dalla parte opposta a quel tanto che si muove. Ho voglia di lasciarmi lì. Di fare cadere le palpebre per svegliarmi altrove. In un luogo di pace. Nel corpo di una perfettamente piccola.
No. Non riesco a sopportare più.
Sono veramente satura.
MI SONO ROTTA IL CAZZO.
MI PERMETTETE DI URLARLO ALMENO QUI DENTRO?
DI QUI A POCO LO CANCELLERO' MAGARI.

NON NE POSSO PIU NON NE POSSO PIU NON NE POSSO PIUUUUUUUUU
DELLE MIE EMICRANIE DEI MIEI STATI CONFUSIONALI DI TUTTE LE VOCI DI ME STESSA DELLA MIA INVALIDITA E DELLA MIA VITA DI MERDA.
MI VOGLIO AMMAZZARE.
BASTA BASTA BASTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
STUFA DI TUTTO MA PROPRIO TUTTO

martedì 7 agosto 2012

Sei tu.

Questo pc che abbaglia quasi come una luna. Questo diavolo con siringa di edulcorante alla mano. Questi occhi sempre due. Mi ricordano certi vecchi incroci tra me e i pupazzi. C'erano tasti rotti prestati e sogni tanti. Lampadari rotti. Scritte nascoste sui muri per non farsi sentire. Ronzii. Mezze matite insieme ai pastelli nuovi. Stonavano, ma cercavo di fargli giustizia. Venivano più usate, specie quelle già mezze. E chissà perchè si pensa sempre ai rovinati meglio possibili da usare. Quelli nuovi ci piacciono ma non li vogliamo sciupare. Le cose belle le osserviamo da lontano. Perchè poi, oltre il vetro la vita, e nella conca del banco un vuoto impossibile da riempire. Di follìa si può solo scrivere o giocare, ma mai capire.

Settimana scorsa mi sono arrampicata sulla mia dottoressa, inutilmente. Stavolta abbiamo quasi litigato. Ha insistito, ancora, affinchè io mi affidassi alle cure di uno psichiatra.
Ed io, sotto quest'ultima accusa, non mi sono sentita più di ora, con le spalle al muro, la faccia sulla malattia, e sola.
Mi ripete la stessa cosa da anni. Mi ha fatta quasi piangere, più che altro per la sua dolcezza nel dirlo.
Delirio. Ha usato questa parola con me per la prima volta. Mi sono sentita toccata.
"Hai vere e proprie fasi di delirio. Non hai comportamenti normali. Vedi? Ti rendi conto che non è normale il tuo modo di vivere? Ascolta me..."
Mi sono sentita morire.
Fin da piccola, la mia fobia più grande e sono stata io ad attrarla tutta quanta.
Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto.
Sentivo che dentro di me qualcosa stonava, mentre gli altri giocavano.
Sempre seduta a penzoloni, sul ciglio di un burrone.

Ieri poi... altra mazzata.
Sono stata al mare con una mia collega...
Continuo a soffrire sta dismorfobia. Come sostiene anche la dottoressa. Lei dice che non è normale questo estraniamento dal mio corpo.
A distanza di poco più di due anni, soltanto ieri ho preso visione del mio aumento di peso.
Ero convinta di essere ben più magra di quanto ho visto, nelle foto da spiaggia.
Mi è preso un colpo.
Non mi piace per niente questa cosa. 
Ma so che non troverei pace neppure da magra.
Quindi non mi cerco più.
Perchè non ho voglia. Perchè non m'interessa.

lunedì 16 luglio 2012

Blog, secondo me

Ma come debbo fare con questa vita che mi esilia nella disperazione, e che si ripete puntuale nella desolazione ?

Il rumore di uno che tace, o di un cuore che batte veloce troppo.
Un borbottìo minore. Un no maggiore.
Uno scrigno di pianti. Piatti infranti. Una denuncia. Una spina nel culo.
Quella corsetta dentro casa. Dieci saltelli veloci. Un cazzotto al cuscino. Un soffio in mano. Una leccata al budino.
Disimpegno. Ricordo del dolore e dimenticanza di sè. 
Un modo di sprecarsi e di buttare il tempo.
Ecco cosa è un blog.
I baci che non puoi dare. Gli abbracci che vorresti.
Tutto quello che non puoi dire all'orecchio di chi ti sta vicino. 
Un blog è mille volte mi dispiace. 


Contro di sè.

giovedì 12 luglio 2012





°Mi consideravano surrealista, ma non è vero. Non ho mai dipinto sogni. 
Ciò che ho raffigurato era la mia realtà°

FRIDA KAHLO





domenica 1 luglio 2012

Ciao sfigata.

E' domenica sera. Ancora.
La mia stanza non è più una camera da letto, ma una discoteca.
Ormai pare sia diventata un'abitudine.
Qualche volta mi scateno anche nelle serate infrasettimanali, sbattendomene altamente del fatto che il giorno dopo dovrò svegliarmi presto per andare a lavorare.
Mi faccio carina. Appunto le labbra. Mi trucco per benino. Ci metto il mio tempo per scegliermi l'abito che mi veste meglio. Mi faccio spazio nello spazio. Mi atteggio da diva. Mando baci che sbattono sulle pareti. E ancora provo questo e poi quello. Scelgo l'abito mini rosso coi cuoricini. Mi tengo a piedi nudi, perchè ovviamente preferisco.
Musica a più non posso. Collo che scatta a zig zag. Finestre spalancate perchè abito bassa e spero sempre che qualsiasi uno scavalchi senza dire niente a fare dei miei piedi quattro misure.
Faccio tutto da sola. Piango. Mi dispero. Urlo perchè tanto sono sola e la musica mi copre. Mi metto davanti allo specchio ballante,per piangere meglio. E magari ora che butto fuori, domattina sarò più leggera.
" E cosa hai fatto di bello domenica sera?"
" Sono stata ad una festa..."
E faccio tutto da sola. Poi rido. Canto. Mangio, sbuffo, vomito, dormicchio, mi rialzo. Muovo il culone come m2o vuole. Abbasso le luci.
E faccio tutto da sola
Devo bruciare calorie. Voglio divertirmi. Ho bisogno di buttare fuori un po di me.
E faccio tutto da sola.
Predo lassativi. Prendo sonniferi per stordirmi e per dimenticarmi che sono sola. Bevo brandy. Mi sale tutto per l'esofago. Auto-vomito. Poi ribevo il brandy. Ricomincio a ballare.
E scusate ma non riesco proprio a stare ferma.
Ho voglia di gettarmi dalla finestra, per cadere sul marciapiede a ballare.
E scusate ma non riesco proprio a stare ferma qui per scrivervi. Ho bisogno di ballare.
Da sola. Alla mia festa di stasera. Come sempre.
Il vantaggio di non farsi pestare i piedi.

Però sono carina, dai.

Sono una umana. E ho bisogno di accurate giustificazioni per perpetuarmi nell'errore.

Ah! c'è un quadro di Frida Kahlo che mi ricorda queste feste.

domenica 27 maggio 2012

Caro diario,
non sono una disabile, ma trascorro il 90% del mio tempo "libero" distesa sul letto. Per questo motivo mi vergogno di me doppiamente.
Sul letto faccio di tutto. Mangio. Sbuffo. Sognicchio. Fantastico amori. Fisso il vuoto. La parete. Il soffitto. E solitamente sbatto con gli occhi sui vetri della finestra. Mi sforzo per trovare qualcosa che mi piacerebbe fare. Progetto in testa. Piango. Mi dispero. Medito sui modi di ammazzarmi.
Alla destra del mio letto c'è un comodino bianco. Risale a quando ero bambina davvero. Sopra c'è il pc, e sul pavimento c'è un cellulare che non squilla mai.
Col pc o la radio cerco voci, pure finte, per non impazzire.
Dentro al cassetto del comodino c'è lo stilnox. Una scatola semi piena. Sotto il cassetto c'è una specie di varco. Dentro quel varco tengo una bottiglia di brandy.
Ogni volta che sto tra me e me, mi spavento: "ecco, finisce ora.".
Mi basta aprire il cassetto. Mi basta appena un gesto.
E ogni giornata, e tutte le sere, temo sempre che sia l'ultima, e che di lì a poco avrei smesso di far vedere il vuoto alle mie pupille.
Piangersi addosso?
io mi voglio ammazzare.
io non ho piu ragioni per cui restare ad agoniare.
Si insomma.. senza troppi giri di parole.. non conosco condivisioni. Non conosco umani con cui chiaccheraredivertirmigiocarefarecosestupide. Mi basterebbe un gioco per sopravvivermi. Non mi appesantirei. Non direi a tizio: "ehy sto male, mi aiuti?". Scrivo qui e ora, perchè seppure tanto lontana, ho la sensazione di trovare contatto umano. Scrivo qui e ora, perchè ho paura di me, e sto cercando di tener testa alla voglia che ho di farmi sto trip di alcool e stilnox, per finirmi.
Ho paura di me.
Ora, è talmente forte quella vocina...

Sono stanca e non m'interessa piu di niente e neppure del fatto che io mi umilii tutte le volte, urlando al mondo il mio dolore, la mia esasperazione, e il terrore di tentare un suicidio con esito negativo.

Sono stanca.
Voglio essere disturbata.
Appenderò un cartello sulla porta d'ingresso: "disturba perfavore".

L'umano

Quella linea imperfetta che unisce e divide il cielo dal mare, e il mare dal cielo.
E' quasi l'una e mezza di notte.
Sto cercando di consumarmi fin dove posso.
Per vivermi il meno possibile, anche, questo mio domani.
Girasole è sempre fuori. Anche se è notte.
Il mio è speciale. Si nutre di tutte le luci, e pure di quella lunare.
Mi fa da occhi, mentre io resto dietro le tende blu.

Torno a saltellare nascosta.

martedì 15 maggio 2012

Cosa FAI?

Penso al mio vuoto.

Mastico vuoto seduta sul vuoto.
Colleziono vuoti. Ne ho fatto scorta. Ho un magazzino pieno.
Suddiviso per tempo andato.
I vuoti di ieri. Il vuoto di quando ero nella sua pancia. Il vuoto
delle 13. Il vuoto di ora. Il vuoto di qui a poco.
Lo concepisco. Lo mantengo. Lo nutro. E sono molto brava. 
Me la cavo in tutto questo non - fare.
Sono una vera talentuosa del vuoto.
Non esiste Artista del vuoto più brava di me.

Non riesco a trovare un ponte per collegare la mia mente alla realtà.
E pare che manchi la materia prima per potermene costruire uno
personalizzato. Sulla terra manca. Oppure non la trovo io sta materia.
Ho le antenne malfunzionanti. (Uso quelle sbagliate?). Ho scavato nei
tombini. Mi sono arrampicata sui lampioni per guardare meglio. Ho
soffiato dentro anemoni. Guardato nelle fessure degli ascensori.
Perlustrato frigoriferi. Ho vagabondato per supermercati. Niente. 
Non riesco a trovare il mio ponte.
Penso a tutte le cose che vorrei fare. A tutte le cose che potrei
fare. Senza farle mai. Senza riuscire mai a portarle fuori dalla mia
testa. E sono sempre tantissime...

giovedì 3 maggio 2012

mercoledì 25 aprile 2012



Autocelebrazioni incestuose.
Qui, tutto il mio motivo.


Se ricomincio a scrivere sono fottuta.
25 APRILE 2012 - FESTA NAZIONALE DI "LIBERAZIONE" = una scorpacciata di solitudine.


peso: incognito da febbraio circa e non lo voglio sapere.
totale calorie: inquantificabile.
senso di rassegnazione: totale.
pensieri suicidi: continui.
disturbi confusionali: dalle ore 8 alle 16 circa.
sensi di colpa: forse pochi perchè mi sento totalmente rassegnata.
Sogni: credo due. In ambedue i sogni c'era lui nel ruolo del mio principe azzurro.
voglia di uscire a divertirmi con amici realmente esistenti: tanta.
voglia di sollevarmi dal letto: zero perchè non ho amici realmente esistenti.
voglia di autovomitarmi: tanta.
vomito autoindotto: gravemente insufficiente.
sensazione di esistere: 60 secondi credo.
lacrime: 5 minuti. Poi mi sono presa a cazzotti e ho smesso.
attività fisica: svolta a destra. poi a sinistra. a pancia sotto. a faccia in su. Avanti e indietro verso la cucina. Qualche visita al bagno. E qualche sospiro sui vetri della finestra.
attività mentale: fantasia.
hobby & interessi: zero.
voglia di essere tua: tanta.
voglia di essere da te cercata: tantissima.
speranza nel tuo amore: inquantificabile.


voglia di ammazzarmi: tantissima.

lunedì 16 aprile 2012

La vita dell'anima non conosce numeri.
Non è in grammi. Non la trovi nelle clessidre. E neppure al municipio.

Più probabile nelle strade...





 










Corpo che pesi, Anima meno vedi.
...e quando stai nel fondo a lancette ferme, e ti trattieni tutta in un respiro...
le lacrime non si distinguono più e iniziano a farsi parte nel mare.

Se ripenso che fino a oggi, di riso soffiato ne ho fatto moneta..
... e che nel frattempo in cui ho tenuto una vita, non ho tentato mai di violare il re dei codici,
allora l'immobilità mi prende per i polsi, e dalle caviglie
bandita alla tavola.

Forse mi saprò ultima, quando la fronte toccherà fredda lo specchio.


Non voglio più dire quello che si può fare.


Giochiamo a scambiarci gli stomaci oppure i cuori?
Vuoi cinque chicchi per un abbraccio?
Tutto il mio bottino per l'eternità del tuo calore?

Soffio attraverso i tuoi buchi perchè altro ora sento di non poter fare...
Certo, ti tengo nella sacchetta, come buon motivo a finire di chiamare la malattia...



La mia paura più grande:

__________________________Me.

venerdì 16 marzo 2012

lunedì 27 febbraio 2012

Conosco modi ottimali per suscitare grasse risate: la presentazione di me. Il riporto di una vita sgangherata col cappello da giullare.
Il foglio turni dice che ho tempo fino al 31 marzo per richiedere le mie due settimane di ferie estive. La mia reazione? Un tremore. Un A senza H. Ho paura di non lavorare. Francamente non saprei come spenderle. Non le voglio. Di due settimane non me ne faccio niente. Specie se non ho nessuno con cui condividerle. E poi non farò mai in tempo a organizzarmi  nella scelta di una meta e di un dato periodo. Che schifo me ne faccio mai io delle ferie? non ho bisogno. 
Le mie ferie eccedono in calorie, sono unte, e strabordano di lipidi saturi.
Le mie ferie ingrassano e basta.

sabato 25 febbraio 2012

A carnevale ho messo i tacchi.
Femmina che vedi. Usanza che trovi.



Io difendo la mia infanzia.

mercoledì 22 febbraio 2012

martedì 7 febbraio 2012

Detesto essere una scrittrice. (Oltretutto con brutte mani, senza unghie e seghettate).
E più ridi al mondo, più ne vuoi.

lunedì 6 febbraio 2012

Stasera devo andare a letto presto:
domani ho tanto nulla da fare, e dovrò rendere bene, nel mio nulla.
Notte a me*
Altro sabato di compulsioni da H & M:
quanto vorrei essere il mio riflesso.
Se batto le mani, resuscito ancora?
Ho voglia di guardarmi dall'alto, e di non trovare altro che piedi.
Avete presente quelle graffette messe agli angoli di documenti importanti? Quelle che servono per tenerli insieme? 
Ecco: quelle sono i miei sorrisi.
Poi mi chiedono perche non sposto la mia attenzione dal tormento all'arte di scrivere. Perchè mai dovrei? Specie per quali occhi senza cuore mi dovrei adoperare, o peggio adattare? Di storie per la testa ne ho moltissime. E mi consumano la corteccia a morsi, questa folla di spermatozoi impazziti.
Spesso ho l'impressione che la mia testa sia soltanto il luogo dove avviene la mattanza delle idee. Un mattatoio fitto di urla.
Se ti dò un levapunti, tu mi dai un evidenziatore?

domenica 22 gennaio 2012

Quanta voglia ho di inciampare sulle pupille di qualcuno,
e di pattinare poi sopra la tua voce.

In chiusura di questa era chiederò a babbo natale, per me, uno stimolatore di emozioni, e un diffusore di calore umano d'azionare a manovella, in modo da snellire il cuore e mantenermi un nucleo.

La mia ultima scusa per resistere fino a domani ha i ricci suddivisi a gruppi di pochi ma stretti.