Io, raccoglitrice di simboli,
mi scrivo addosso.

venerdì 19 agosto 2011

Mille evanescenze per ogni boccone.
E allora fatti sti rasta come preferisci, e legati a qualche radice!
Nonostante la sistematica e bastarda asimmetria delle mattonelle, tu ci devi posare bene la pianta del piede.
E ballaci pure sopra se vuoi. Ma restaci. Senti col piede quello che ora c'è.
Smetto di piangere. Giusto per non infettare il terreno.

Io non sono depressa.
Io non sono bulimica.
Io non sono triste.
Io non vivo una vita difficile.

Io sono soltanto pigra, annoiata e inetta.
Una bambina invecchiata di un'altra settimana.
Una cosa chiamata sogno.
Sono quei cuori vuoti disegnati a penna sui polsi.
Sono il vuoto della tua mano.
Una linea interrotta e più volte ripresa.
Sono luna di me stessa. Il riflesso nel cucchiaio. Un bicchiere riempito a metà. Sono quella muffa del cibo che si può mangiare.
Sono una crusca in transito.

Non sono niente.
Un niente fatto ad Arte.

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